- admin
- 0 Comments
Cosa sono gli attacchi di panico?
Gli attacchi di panico sono episodi improvvisi “a ciel sereno”, o reiterati di ansia marcata, in cui la persona teme di perdere il controllo, di morire o svenire, e di poter avere delle conseguenze irreversibili per la propria salute. Il focus principale di questo disturbo riguarda l’interpretazione catastrofica del proprio stato interno; a differenza di altri disturbi infatti, l’attacco di panico si manifesta a partire da uno stato di minaccia interna che la persona vive, caratterizzata da fattori scatenanti di natura interna ed esterna. Possono durare da pochi minuti a mezz’ora, lasciando una sensazione di forte spossatezza. La sintomatologia aumenta progressivamente entro un periodo di dieci minuti.
Sintomi degli attacchi di panico: come si manifestano?
Considerando che ogni attacco di panico è diverso da persona a persona, tra i sintomi più comuni si annoverano risposte fisiche e cognitive. Nelle prime troviamo:
- Palpitazioni e tachicardia
- Difficoltà respiratoria e sensazione di soffocamento
- Vertigini e senso di svenimento
- Sudorazione e tremori
Nelle seconde invece si annoverano:
- Paura di perdere il controllo
- Paura di morire o di impazzire
A volte la persona, temendo di avere un altro attacco, si concentra selettivamente sulla sintomatologia che alimenta l’ansia stessa, incrementando la sensazione interna di pericolo, dunque provocando la manifestazione dell’attacco di panico stesso.
Cause scatenanti degli attacchi di panico
Gli attacchi di panico possono avere diverse cause, tra cui:
- Stress e ansia prolungata; situazioni di natura lavorativa o quotidiana nella quali la persona sperimenta una sensazione di oppressione, o di generale minaccia.
- Eventi traumatici di natura famigliare o sociale.
- Squilibri neurochimici e predisposizione genetica.
- Abuso di sostanze stimolanti come caffeina o nicotina.
Come riconoscere un attacco di panico?
Riconoscere un attacco di panico può essere complesso, soprattutto perché i sintomi possono somigliare a quelli di altre condizioni mediche. In tal senso, uno delle modalità per riconoscere l’attacco di panico consiste nel riconoscere la sensazione interna di irrealtà e paura, che provoca una sintomatologia simile a quella di un attacco cardiaco, sensazione di perdita di controllo, follia, ictus, cecità, soffocamento e collasso. La persona, in preda a questa interpretazione erronea, metterà in atto dei comportamenti protettivi tesi ad evitare la sensazione di panico e perdita di controllo, che tuttavia solo apparentemente creano giovamento. In realtà, questi comportamenti sono tesi ad avere rassicurazione e a sentirsi protetti solo per poco tempo, incrementando l’idea che il panico si arresterà solo sentendosi protetti.
Cosa fare e come gestire un attacco di panico
Se si verifica un attacco di panico, è importante:
- Respirare lentamente e profondamente per gestite lo squilibrio neurochimico che comporta un bilanciamento tra ossigeno e anidride carbonica.
- Rilassamento muscolare progressivo, caratterizzato da una serie di esercizi tesi a migliorare la respirazione, successivamente concentrandosi su un oggetto per cercare di distogliere l’attenzione dal panico.
- Cercare di non mettere in atto comportamenti protettivi o di evitamento che potrebbero alimentare la minaccia in tempi futuri.
Attacchi di panico: rimedi e cure
Nel caso in cui da soli non si riesca a gestire l’attacco di panico, sarebbe utile rivolgersi ad uno psicoterapeuta esperto. La terapia cognitivo comportamentale risulta essere uno degli approcci evidence based, che rappresenta il gold standard per il trattamento di tutti i disturbi d’ansia. A seconda della gravità, intensità e persistenza del disturbo, sarebbe utile anche una terapia farmacologica che, coadiuvata a un trattamento psicologico, potrebbe portare a una riduzione della sintomatologia unitamente a un lavoro cognitivo e comportamentale teso alla messa in discussione dei pensieri disfunzionali che in qualche modo potrebbero aumentare la genesi dell’attacco di panico. La psicoterapia si concentrerà su una fase di assessment generale psicodiagnostico teso a valutare anche aspetti di natura personologica che potrebbero influire nella manifestazione del problema. Successivamente si costruiranno insieme al terapeuta delle strategie utili per cercare di affrontare i circoli viziosi coinvolti nell’eziologia del disturbo stesso.
Attacchi di panico nei bambini e negli adolescenti
Anche bambini e adolescenti possono sperimentare attacchi di panico, spesso legati a situazioni scolastiche, stress familiare o eventi traumatici. È importante riconoscere i segnali e intervenire con un adeguato supporto psicologico.
Nel caso dei bambini, anche quelli molto piccoli, cercare di comprendere la manifestazione dell’attacco rappresenta un’impresa molto ardua, in quanto quest’ultimi non hanno ancora sviluppato un linguaggio che permetta loro di spiegare la natura del panico e in generale cosa stia succedendo.
In tal senso, i genitori potrebbero sentirsi impotenti nel non riconoscere la sintomatologia del bambino. Tuttavia,sarebbe utile in questi offrire vicinanza e disponibilità emotiva, in modo che i propri bambini si sentano al sicuro, legittimandosi la possibilità di poter condividere il loro disagio emotivo. Molto importante è la reazione del genitore quando il proprio bambino manifesta questa tipologia di sensazioni fisiche; mostrarsi in apprensione o spaventati alimenta e rinforza l’ansia nel bambino stesso! Inoltre, sarebbe utile da parte del genitore garantire un ambiente affettivo caratterizzato da una buon livello di espressione delle proprie emozioni, senza svalutarle o minimizzarle
Anche nel caso degli adolescenti, il sostegno da parte dei genitori è fondamentale per validare e normalizzare l’idea che l’attacco di panico è un disagio che può essere risolto e trattato attraverso l’aiuto di un professionista esperto nel campo. In tal senso, l’ambiente terapeutico ha l’obiettivo di far capire al ragazzo che per quanto l’ansia possa essere dolorosa, bisogna conviverci accettandola.
Attacchi di panico notturni
Alcune persone sperimentano attacchi di panico durante la notte, spesso accompagnati da risvegli improvvisi, tachicardia e difficoltà respiratorie. Questo fenomeno può essere particolarmente spaventoso, ma può essere gestito con tecniche di rilassamento, mindfulness e un adeguato supporto terapeutico.
Il legame tra attacchi di panico, ansia e depressione
Chi soffre di ansia generalizzata o depressione può avere una maggiore predisposizione agli attacchi di panico, rendendo fondamentale un trattamento mirato per affrontare il problema alla radice. La depressione e gli attacchi di panico possono avere una relazione tra di loro, pur avendo origini e sintomatologie differenti. Se una persona soffre di attacchi di panico, la paura dell’ansia e del verificarsi di nuovi attacchi può creare uno stato depressivo. Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) la depressione è fra i disturbi più diffusi nel pianeta e diventerà una delle principali cause di mortalità nei prossimi anni. Rilevazioni aggiornate indicano che dal 10 al 15% della popolazione è colpita da depressione e che le donne ne soffrono il doppio rispetto agli uomini.
Quando rivolgersi a uno psicologo per gli attacchi di panico
Se gli attacchi di panico diventano frequenti o compromettono la qualità della vita, rivolgersi a uno psicologo specializzato può essere la scelta migliore. Un professionista può aiutare a individuare le cause profonde del problema e fornire strategie efficaci per affrontarlo. Grazie a un percorso di psicoterapia mirata, è possibile ridurre l’intensità e la frequenza degli episodi, migliorando il benessere emotivo e la qualità della vita. Se stai cercando un supporto professionale, contattare uno psicologo esperto in attacchi di panico può essere il primo passo per ritrovare serenità del proprio sé.